Il Sindaco di Crema e il PD in campo contro la chiusura

Oltre il 10% dei comuni lombardi subirà la chiusura o la razionalizzazione dei presidi postali. Una decisione che, a quanto ci risulta, la gran parte dei sindaci ha appreso leggendo i giornali. Il piano di riorganizzazione aziendale di Poste Italiane, ufficializzato nei giorni scorsi, prevede nella sola Lombardia la chiusura di 61 uffici e la razionalizzazione di altri 121 sportelli.

In provincia di Cremona sono 3 gli uffici a rischio chiusura: Gallignano, Ombriano (Crema) e Vicomoscano a Casalmaggiore.

Questa scelta rischia di peggiorare un servizio già compromesso, e svuotare alcuni paesi di un presidio sociale importante. Per questo il sindaco di Crema, insieme ai rappresentanti Istituzionali del PD, si sono mossi per affrontare il problema e scongiurare, nello specifico, la chiusura della Posta di Ombriano.

“Voce agli Ombrianesi” – La raccolta firme

In questi giorni, e nelle prossime settimane, i consiglieri comunali del PD hanno promosso una raccolta firme per sostenere tutte le azioni possibili per scongiurare la chiusura della Posta e dare voce agli Ombrianesi.

Dopo la prima domenica in piazza Benvenuti, che ha visto il risultato di 180 firme raccolte, si prosegue domenica 22 febbraio dalle 9 alle 12 in piazza della Chiesa ad Ombriano.

L’azione del sindaco e dei consiglieri comunali PD

Il sindaco Stefania Bonaldi ha scritto e ottenuto un incontro. “Appena saputo della volontà delle Poste di chiudere alcuni uffici postali, tra cui quello di Ombriano, ho chiesto un urgente incontro per chiarimenti in merito.”

“Giovedì scorso, 12 febbraio, – dichiara il sindaco – ho incontrato l’Ing. Rufo, la Dr.ssa Maggioni e la dr.ssa Cattaneo, rispettivamente Dirigente Provinciale, Responsabile Regionale Comunicazione e Delegata Locale di Poste Italiane, cui ho manifestato il mio fermo e totale disappunto per la decisione e ho chiesto la revisione del provvedimento di chiusura affinché Ombriano non sia colpito da un disagio davvero increscioso e intollerabile.

Ho chiesto un resoconto dei dati documentali che hanno indotto Poste Italiane ad assumere la decisione e come sindaco confido che questa scelta non sia definitiva. Ho chiesto conto anche di come sia possibile che di tre chiusure una possa riguardare un quartiere di circa 6mila abitanti. Cosa semplicemente inaudita.

Egualmente ho ricordato che solo 9mesi fa, in occasione della inaugurazione della nuova sede dei Sabbioni, a mia specifica domanda, sollecitata anche da qualche consigliere comunale, era stato garantito dai vertici aziendali presenti che le voci di una eventuale razionalizzazione della sede di Ombriano erano del tutto infondate e fantasiose.

Circostanza che oggi valuto una presa in giro. Constato con rammarico che al di là della cortesia istituzionale, i vertici provinciali non hanno mostrato una concreta disponibilità a riconsiderare l’ipotesi di chiusura, circostanza che reputo grave anche perché le motivazioni ed i criteri di individuazione dei presidi da chiudere non mi sono stati esplicitati se non in modo molto generico e fumoso.

Aggiungo che gli interlocutori al momento non sembrano nemmeno disponibili a considerare ipotesi alternative e questa mi pare una chiusura tanto netta quanto inaccettabile. Ad esempio non ritengono di considerare ipotesi di chiusura di un giorno a settimana negli altri uffici postali periferici, al fine di potere distribuire quanto meno il “disservizio” in modo più equo e non penalizzare i soli cittadini residenti ad Ombriano.

Ho spiegato a Poste Italiane che questa decisone unilaterale incontra il mio totale disappunto e quello della comunità, poiché un’importantissima e popolosa zona della città viene privata di un servizio fondamentale. Dichiarando la mia completa insoddisfazione rispetto all’esito dell’incontro, ho annunciato che investirò immediatamente della questione il livello regionale e nazionale, attraverso o consiglieri regionali ed i parlamentari del territorio, cosa che farò oggi stesso.”

L’azione del consigliere regionale Agostino Alloni

“Siamo fortemente preoccupati per questa vicenda che ha le basi nel decreto Scaiola del 2008 – spiega Alloni -. Da parte nostra abbiamo avanzato alcune possibili alternative: innanzitutto è fondamentale coinvolgere i comuni cercando, dove è possibile, una collaborazione con Poste Italiane per garantire l’apertura degli sportelli in via di chiusura.

Per quanto riguarda le razionalizzazioni queste si possono riarticolare in modulazioni orario prevedendo modelli suppletivi e integrativi come sta facendo ad esempio Regione Toscana”, aggiunge.

Verrà approvata una risoluzione che chiederà a Poste Italiane di istituire un tavolo attorno al quale riconsiderare le proposte avanzate.

L’azione del Governo

Anche a livello nazionale il Pd sta lavorando su questo fronte. Il sottosegretario allo Sviluppo economico, Antonello Giacomelli, ha convocato l’amministratore delegato di Poste Italiane, Francesco Caio, e il presidente dell’Authority per le comunicazioni, Angelo Cardani per avere maggiori informazioni in merito al piano di riorganizzazione nazionale e per valutare l’impatto sulle comunità locali. Anche l’on. Cinzia Fontana, deputata cremasca, sta seguendo la questione.


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