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L’intervento del Sindaco al consiglio aperto

Di seguito riportiamo l’intervento del sindaco Stefania Bonaldi nel consiglio aperto, di venerdì 6 febbraio, relativo al luogo di preghiera per i cittadini di religione islamica.

Il tema di questa sera in verità non dovrebbe essere materia di discussione, trattandosi di dare risposta a delle famiglie che chiedono di pregare il comune Dio all’interno di un luogo dignitoso e sacro. Centinaia di famiglie di religione islamica, fatte di genitori, nonni e bambini. Identiche alle nostre. A meno che qualcuno non sia in grado di dimostrare che questi cittadini sono parte di un’umanità minore, indegna di invocare ciò che pretendiamo per noi stessi.

La nostra Amministrazione è lontanissima da idee del genere, dunque non ci si chieda di rinunciare, neppure cercando di metterci all’angolo con leggi che sembrano provenire da luoghi dove la Ragione pare essersi smarrita, sfregiando l’immagine di una Regione così evoluta, come la nostra Lombardia.

E’ anche inutile agitare lo spauracchio delle prossime elezioni comunali, evocando sonore sconfitte nel caso portassimo fino in fondo il nostro intendimento. Non tutto si può misurare in termini di vittorie e di sconfitte. Ognuno è ricordato per il valore sociale delle proprie azioni, per questo non ci fa paura una sconfitta elettorale, mentre proveremmo orrore nelle nostre coscienze se arretrassimo di un solo centimetro sulla difesa di un diritto.

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Intervento del consigliere Caso al consiglio aperto

Di seguito riportiamo l’intervento a nome del PD del consigliere Teresa Caso nel consiglio aperto, di venerdì 6 febbraio, relativo al luogo di preghiera per i cittadini di religione islamica.

Le parole del sindaco sono chiare e definiscono esattamente il perimetro della questione.

NON siamo qui a processare una religione! Noi siamo chiamati a individuare un luogo per rispondere alla legittima richiesta di un gruppo di cittadini.

Le parole del sindaco sono inequivocabili: alla richiesta sacrosanta di sicurezza non è possibile rispondere negando il fondamento del nostro vivere civile e democratico: i diritti fondamentali sono indiscutibili e indisponibili e non applicabili a metà. Perché ci è chiaro che “La garanzia più forte della nostra Costituzione consiste nella sua applicazione. Nel viverla giorno per giorno” per dirla con le parole del neo presidente della Repubblica Mattarella.

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