Pianalto della Melotta, PD Cremasco: ”Il parere del Consiglio di Stato dimostra l’illegittimità d’azione del centrodestra cremonese. Ora si pensi ad un nuovo modello di sviluppo”

Con il parere del Consiglio di Stato del 24/01/2017 che dichiara illegittimi gli atti dell’ente Provincia di Cremona, allora governata dal centrodestra del Presidente Salini, inerenti l’iter che ha portato all’inserimento di un ambito estrattivo sul Pianalto di Romanengo-Melotta, si squarcia il velo su quello che fu una delle scelte più sciagurate della Politica del centro destra provinciale di Salini, sollecitato dai sindaci di centro destra del territorio soncinese, schierati a tal punto a favore della cava di argilla sull’area protetta, da farsi promotori di un protocollo di intesa che andasse nella direzione di scardinare i vincoli di tutela che insistevano sul geosito di Romanengo-Melotta. Il Consiglio di Stato si è così espresso a seguito del ricorso approntato dalle associazioni Ambientaliste WWF, Lega Ambiente, FAI, Italia Nostra che insieme all’amministrazione comunale di Romanengo, capitanata dall’allora Sindaco Marco Cavalli, si opponevano all’asservimento di uno strumento di pianificazione importantissimo come il PTCP (Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale) e degli strumenti di tutela ambientale e territoriale, ivi contenuti, a favore  dell’escavazione di argilla. Questo anche ad indicare che non tutti gli amministratori del territorio erano schiacciati sulla scelta di cavare a discapito del grande valore del sito geologico.

In una nota congiunta Omar Bragonzi (coordinatore PD Cremasco), Vittore Soldo (segretario del circolo PD di Soncino) e Valentina Gritti (segretaria del circolo PD di Romanengo) hanno così commentato: “Oltre alla meritoria azione intrapresa dalle associazioni ambientaliste, a cui va il nostro plauso, e dall’amministrazione comunale di Romanengo di allora, anche il Partito Democratico cremasco e cremonese, nonché i circoli locali del PD, allora come oggi, si sono fortemente schierati a difesa dell’integrità del Pianalto, opponendosi allo stravolgimento degli atti amministrativi, volti a eliminare i vincoli di tutela di un bene comune così importante e unico come il sito della Melotta. Si ricordi inoltre la forte azione di opposizione esercitata dal consigliere regionale Agostino Alloni che in tutte le sedi amministrative ha denunciato l’illegittimità dell’azione intrapresa dal centrodestra cremonese. Questo dimostra e soprattutto in questo caso è  molto evidente che destra e sinistra non fanno le stesse scelte e operano la medesima politica di sviluppo del territorio e di difesa dell’Ambiente: il Partito Democratico e gli altri partiti di centrosinistra,  si sono da subito schierati a difesa del geosito mentre gli amministratori di centrodestra locali, composti da Forza Italia e Lega Nord, invece, oltre a non sapere nemmeno cosa rappresentasse il Pianalto nell’ambito della storia geologica regionale, si sono impegnate tenacemente per cancellare questo sito unico e non ricreabile, assecondando le seppur legittime richieste di un operatore del settore, ma promuovendo un percorso che andasse ad indebolire i vincoli di tutela precedentemente sovrapposti all’area del Pianalto.

Crediamo non sfuggirà a nessuno che per assecondare l’obiettivo dell’operatore che avrebbe utilizzato il materiale proveniente dal Pianalto, non solo si siano asserviti gli strumenti di pianificazione territoriale alle esigenze di un solo operatore ma si è approntato un percorso che ha allungato incredibilmente i tempi per l’approvazione del Piano Cave provinciale, mettendo in crisi la sussistenza e la sostenibilità delle altre imprese e di tutti gli altri operatori del settore estrattivo provinciale. In sintesi l’iter di approvazione del Piano Cave provinciale di Cremona, è  iniziato nel 2012, con la revisione dei quantitativi del precedente paino cave (2003-2013) e si è concluso ad ottobre 2016: 4 anni dedicati a smantellare i vincoli di tutela a favore di un solo operatore e a discapito di tutti gli altri operatori e della difesa del bene comune di un unicum come quello del Pianalto di Romanengo-Melotta. L’opera messa in atto per smantellare l’unicum geologico e ambientale del geosito della Melotta era iniziata dall’allora vice sindaco di Soncino, Gabriele Gallina, e dal sindaco di Soncino di allora, Francesco Pedretti, in accordo con i sindaci di Ticengo (quello di prima e quello di oggi), e dal sindaco di Casaletto: fieri rappresentanti di una politica che aiuta i “forti” ed esclude i “deboli” (i cittadini e tutti gli altri operatori del piano cave provinciale) e che considera un sito di grande importanza scientifica, come un “qualcosa” che debba essere posto in contrapposizione alle mire imprenditoriali di un’impresa locale, usando il ricatto morale dei posti di lavoro. In prima battuta ci verrebbe da chiedere se chi lavora presso gli altri operatori del settore estrattivo provinciale siano meno legittimi di quelli che lavorano nell’ambito argilla.

Inoltre si consideri che il parere del Consiglio di Stato espone ancora gli altri operatori del settore estrattivo, nell’ambito provinciale cremonese, a rischio di ulteriori lungaggini: sorge quindi una domanda…ma quale lavoro dovevano difendere Gallina, Cristiani e soci? Non siamo insensibili alla crisi del comparto edilizia e del fatto che questa si scarica sui lavoratori ma sappiamo anche che l’operatore a cui si è deciso di assecondare tutte le scelte ambientali e di pianificazione territoriale non solo gode di quantitativi di materia prima derivante dal materiale non consumato ma che il lavoro del comparto non dipende dalla disponibilità “dell’offerta”, ma dalla crescita della “domanda” e, come tutti dovrebbero sapere la domanda di manufatti derivanti dall’argilla è in forte contrazione così come il comparto edile: abbiamo costruito troppe case, molte nuove ma ancora vuote, e siamo un paese a crescita zero. Per quanto argomentato sopra ribadiamo la nostra soddisfazione per il parere del Consiglio di Stato a difesa del Pianalto: che serva come sprono per iniziare a pensare un altro modello di sviluppo e per non ripetere la cattiva politica messa in atto per smantellare il Pianalto della Melotta”.

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